Nocera Inferiore. Cittadini, esponenti politici, comitati civici, associazioni ambientaliste. Centinaia di persone si concentreranno stamattina dinanzi al Comune di Nocera Inferiore per impedire la presa di possesso della gestione del servizio idrico da parte della Gori. Un'intera città dice no alla privatizzazione dell'acqua proprio nel giorno in cui è previsto l'arrivo di funzionari della società a cui l'amministrazione dovrebbe formalizzare il passaggio delle consegne per la gestione del servizio. Dello scottante argomento si è discusso anche ieri sera in aula ma già ieri mattina ci sono state le prime avvisaglie di dissenso con l'arrivo di comitati civici dai Comuni vicini e un presidio di protesta dinanzi al Comune inscenato dai membri della Bottega del commercio equo e solidale. In prima linea anche gli esponenti politici del territorio a partire da Rifondazione Comunista e Pdci. «Lancio un appello a tutti i cittadini affinché partecipino numerosi alla protesta – dice Michele Franco del Pdci – non possiamo subire un aumento incontrollato delle tariffe senza cercare di opporci. Noi siamo stati i promotori di questa battaglia e oggi siamo in prima linea».
Dello stesso avviso il segretario di Rifondazione Comunista. «É una battaglia che ci appartiene – dice Alfonso Daniele – e non ci fermeremo fino a quando ci sarà una speranza». Anche dall'opposizione si leva il dissenso. «Al danno la beffa – dice Giancarlo Giordano dell'Udc – subiremo un aumento delle bollette per investimenti che il Comune ha già fatto perché in cinque anni è stata riqualificata l'intera rete idrica». Al Comune di Nocera Inferiore rimane poco da fare, avendo perso già due gradi di giudizio, ma per il sindaco Antonio Romano la parola d'ordine rimane resistere. In attesa della nuova assembra dei sindaci dell'ambito, convocata per il prossimo sette luglio, il primo cittadino non perde le speranze e apre un nuovo fronte di lotta contro le tariffe imposte dalla Gori: troppo alte, a suo avviso, perché calibrate su un piano di investimenti varato nel lontano 2000 e mai realizzato se non in minima parte. «Credo che tutti i comuni che fanno parte del nostro ambito possano ancora evitare questo scippo dalle tasche cittadini – dice Romano – con una delibera del 2000, parliamo quindi di otto anni fa, l'assemblea dei sindaci dell'Ambito deliberò il piano finanziario degli investimenti attraverso cui si autorizzava il passaggio dei servizi alla Gori con la conseguente applicazione delle tariffe.
Oggi mi chiedo perché non ci sia mai preoccupati di richiedere una verifica di questo piano finanziario, di quanti miliardi siano stati spesi effettivamente rispetto a quelli previsti. Io ritengo una percentuale minima e questo è importantissimo verificarlo perché da questo piano finanziario sono scaturite le tariffe che hanno sollevato questo legittimo malcontento». Romano non si ferma e bacchetta duramente i colleghi sindaci dei Comuni dove la Gori è già operativa. «Chiedo a questi miei colleghi quali investimenti abbiano ricevuto e quali opere siano state realizzate nei loro territori. Lo chiedo perché sono convinto che di tale piano finanziario non si sia attuato neanche il 20% e non credo che sia giusto calibrare tariffe non conformi alle opere effettivamente realizzate». (Algia Testa)